venerdì 16 agosto 2013

Pacific Rim - by Guillermo del Toro



Dopo l'impresa di Hellboy 2: the golden army Guillermo del Toro torna sul grande schermo portandosi con se i Kaijū, gli ormai dimenticati mostri del cinema giapponese e i Mecha, gli enormi esoscheletri supermisura dei cartoni animati nipponici. Ammetto di essere entrato nella sala cinematografica molto scettico ma allo stesso tempo fiducioso nelle capacità del signor del Toro. Pensavo di trovarmi di fronte ad un film carico fino all'orlo di botte da orbi ed effetti speciali ma con mia grande sorpresa ho trovato anche molto altro. Premettendo che a mio avviso il film andrebbe visto con occhio “asiatico” per così dire (fra poco capirete cosa intendo) andiamo ad analizzare punto per punto Pacific Rim.

Trama

in un futuro non lontano il mondo è sconvolto dall'attacco di enormi mostri alieni emersi da un portale dimensionale sul fondo dell'oceano Pacifico. Inizialmente i “Kaijū” (così vengono chiamati nel film) vengono fermati con grande fatica e con enormi perdite umane. Le più importanti nazioni del “Pacific Rim” decidono di dar fondo a tutte le risorse economiche possibili per la creazione di enormi Mecha chiamati “Jaeger” per poter sconfiggere le enormi bestie. Gli Jaeger sono dotati di un interfaccia neurale con il pilota che è in grado di muoversi all'unisono con la macchina. I mecha risultano però troppo ardui da pilotare per una sola persona, viene quindi sviluppato un sistema di due piloti che, interconnessi fra loro, pilotano gli Jaeger come il lobo destro e il lobo sinistro di un cervello umano. Grazie agli Jaeger gli umani iniziano a vincere le loro battaglie contro i Kaijū. Dopo questa iniziale rivalsa umana i Kaijū si adattano ai loro nuovi avversari, rendendo i combattimenti più ostici e i Jaeger sempre più obsoleti, finché non viene presa la decisione da parte dei governi del Pacific Rim di smantellare il progetto Jaeger a favore della costruzione di una muraglia costiera. Durante uno di questi ultimi combattimenti il protagonista Raleigh Becket (Charlie Hunnam) perde il fratello e coopilota dello Jaeger Gypsy Danger, riuscendo però a sconfiggere il mostro da solo e a pilotare il mecha fino alla costa. Raleigh, ritiratosi, è impiegato alla costruzione del muro quando viene contattato dal comandante Pentecost (Idris Elba) che ha deciso di comandare un ultimo manipolo di Jaeger in una missione per distruggere il portale dimensionale ed ha bisogno di lui per pilotare Gipsy Danger. Più avanti si scoprirà inoltre che i Kaijū sono in realtà dei cloni, delle armi biologiche fabbricate da una razza di alieni invasori provenienti dall'altra dimensione che intendono distruggere il genere umano e impossessarsi del pianeta terra. La trama non è poi complicata ma l'approccio con cui è stata affrontata la rende unica nel suo genere. Oltre ai mecha utilizzati per combattere mostri enormi come nel celebre manga Neon Genesis Evangelion tutto il film è ricco di spunti e di rimandi al mondo dei manga e degli anime, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi, talvolta “estremizzati”, quasi caricaturali come le figure del biologo ossessionato dai Kaijū Newton Geizler (Charlie Day) ed il suo collega matematico Hermann Gottlieb (Burn Gorman) o il personaggio del trafficante di pezzi di Kaijū Hannibal Chau (Ron Perlman) dalla figura imponente ed i vestiti appariscenti. Oltre ai personaggi, come in ogni buon manga o anime che si rispetti il lato psicologico ed il passato dei personaggi influisce molto sulla trama. Avremo infatti a che vedere con il trauma psicologico di Mako Mori (Rinko Kikuchi) la nuova copilota di Raleigh e sulle difficoltà che i due incontreranno nell'instaurare i primi collegamenti neurali, anche qui con grossi riferimenti alla cultura manga sull'importanza dell'affiatamento fra compagni durante i combattimenti. Insomma, come dicevo è un film che va visto con uno sguardo “asiatico”, cercando di goderci i combattimenti per le botte da orbi che ci regalano (ricordandoci che anche nei manga è pieno di questo genere di scontri) e prestando attenzione all'atmosfera fumettistica che si respira. Certo, possiamo discutere dell'effettivo valore artistico di tutto ciò, basta che non mi veniate a dire che era meglio Transformers... voto 6 per la trama, +1 per l'approccio =

(e non ho voluto tirare in ballo il confronto con l'opera "Il Colosso" di Francisco Goya perché mi avreste dato del pazzo visionario...)

Soundtrack

le colonne sonore sono state composte da Ramin Djawadi, artista che nel 1998 attirò l'attenzione di Hans Zimmer in persona che lo ingaggiò nel Remote Control Productions. Lo ricordiamo per le colonne sonore di Iron Man, All the invisible children, Prison Break e Il Trono di Spade. Le colonne sonore sono all'altezza della situazione, seguono bene le azioni ed esaltano l'epicità degli scontri, anche se risultano ripetitive in alcuni passaggi. Voto 8

Fotografia

Se Michael Bay ci ha dimostrato che anche in un film coi “robbottoni” si può fare un gran casino con la fotografia Guillermone del Toro ci fa vedere che è vero anche il contrario. Non è facile gestire la fotografia mentre due bestioni alti trenta piani si scaraventano da una parte e dall'altra per la città eppure, affrontando la questione come una normale scena di lotta, dimenticandoci delle dimensioni dei contendenti ed utilizzando inquadrature semplici e calibrate possiamo goderci i nostri mastodontici lottatori che se le danno di santa ragione senza dover provare effetti collaterali quali vertigini e conati. Una bella lezione di regia al signor Bay. Non per niente il direttore della fotografia è Guillermo Navarro, premio oscar nel 2007 per Il Labirinto del Fauno sempre di del Toro, oltre che direttore della fotografia di grandi capolavori di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, dei quali ricordiamo Four Rooms (nell'episodio di Rodriguez “i cattivi”), Dal tramonto all'alba, Jackie Brown ed Hellboy 2: the golden army. Gli effetti speciali sono ottimi, i mecha e i Kaijū hanno un design impressionante e valgono il prezzo del biglietto. Belli da vedere, tanto che durante i titoli di coda siamo deliziati dai modelli 3D utilizzati per il film spogli delle texture. Voto 8

Recitazione

il film in se non deve aver richiesto una grossa dose di impegno recitativo ma, chi più chi meno, fanno tutti la loro parte in maniera decorosa. Non me la sento di inserire fra i migliori della pellicola il protagonista Charlie Hunnam ed ho fatto fatica a trovare una vera pecca nella recitazione del film

il Migliore: Burn Gorman nella parte del matematico zoppo e complessato. assolutamente perfetto per la parte. Lo abbiamo già visto in The Dark Knight Rises di Christopher Nolan e nella serie tv Torchwood. Qui ci strappa anche un sorriso

il Peggiore: Idris Elba nella parte del comandante Pentecost, un po' stroncato in partenza dalla parte decisamente squadrata in più non risulta convincente in alcune scene.

Segnaliamo inoltre la bambina giapponese che interpreta la piccola Mako Mori nel flashback: semplicemente perfetta.
A parte ciò nulla di memorabile ma comunque sopra la media odierna. Voto 7

Ritmo

non deve essere stato facile gestire il ritmo narrativo in un film del genere. Le scene di preparazione alla battaglia rischiano di annoiare se troppo lunghe mentre le scene di combattimento rischiavano di risultare esose se non risolte entro un determinato tempo. In più serviva spazio per gestire tutte le scene di flashback o comunque le parti dove si andavano a delineare i profili psicologici e le relazioni interpersonali fra i personaggi. Del Toro trova spazio per tutto questo, con qualche escamotage quali la scena dei provini per gli aspiranti copiloti che ci regala qualche bel colpo di arti marziali e spezza il ritmo della narrazione lasciando respirare un po' lo spettatore, e qualche parentesi comica anch'esse per spezzare il ritmo. Delle ottime trovate per non annoiare. Voto 8

Extra

volevo assegnare un punto in più a Guillermo del Toro per aver riportato i Kaijū sul grande schermo dopo quella fesseria di Godzilla (parlo del film del 1998 con Jean Reno), anche se mi dicono che ne debba uscire uno l'anno prossimo. Rabbrividisco.

Un altro punto in più per aver portato al cinema e all'attenzione occidentale anche se in maniera velata e un po' “subdola” le tematiche orientali dei manga e degli anime

infine un ultimo punto che non posso trattenermi dal regalare a Guillermo per aver insegnato a Michael Bay come si fanno i film coi mecha. Grazie Guillermo. +3

(7+8+8+7+8+3)/5= 8,2

un buon punteggio che sinceramente ha stupito anche me ma non chi credeva ciecamente nelle capacità di regia di Guillermo del Toro. Dopo tanti progetti abbandonati e tanti produttori poco di buono non sono certo che questo fosse il film che più desiderava girare ma sono certo che si sia divertito come un bimbo a farlo. 
Io mi sarei divertito.

Tambu