Il 30 settembre 1948 faceva la sua comparsa nelle edicole
italiane Tex Willer, il più grande ranger di frontiera del mondo dei fumetti.
Difensore implacabile degli onesti cittadini delle praterie del far west da
quel lontano 30 settembre ha collezionato una serie di avventure ed imprese che
sarebbe impossibile narrare per intero, oltre che una fitta schiera di lettori
affezionatissimi.
Nel 1985 esce nelle sale cinematografiche “Tex e il Signore
degli Abissi” di Duccio Tessari con Giuliano Gemma nella parte di Tex Willer,
film nato come episodio pilota per una serie televisiva su Tex Willer prodotta
da Rai 3 viene giudicato una cattiva trasposizione del fumetto da parte della
critica e un flop in termini commerciali, tanto che Gian Luigi Bonelli decide
di abbandonare il progetto.
Ebbene, le premesse non sono per nulla buone, i fan non me
ne vogliano male quando dico che anch'io sono rimasto deluso dal film di
Tessari. Ad ogni modo in questa sede andremo ad analizzare nel dettaglio il
motivo per cui quello che ha tanto funzionato su carta non ha reso in maniera
equivalente su pellicola.
-Trama
si tratta di una trasposizione cinematografica fedele quasi al cento per cento degli albi numero 101, 102 e 103 (“el Morisco”, “Sierra
Encantada” e “il signore dell'Abisso”). La storia narra delle indagini di Tex e
dei suoi pards Kit Carson e Tiger Jack riguardo un carico di armi dell'esercito
che è stato trafugato da mano ignota. Sul luogo dell'assalto alla carovana i
nostri eroi troveranno dei corpi mummificati e uno strano amuleto, il che li
porterà a chiedere consiglio a El Morisco, uno studioso dell'occulto di origine
egiziana. El Morisco riuscendo ad aprire l'amuleto troverà all'interno delle
piccole pietre di colore verde brillante che hanno la capacità di pietrificare
i malcapitati che vi entrano in contatto e consiglierà a Tex di rivolgersi ai
seguaci di Tulac, una tribù indiana (nel fumetto erano aztechi) che ha come
obbiettivo la liberazione del Messico dalla presenza dei bianchi e che, con le
armi rubate e le pietre magiche che vengono raccolte dal terribile Signore
dell'Abisso nella sua caverna sotterranea, si prepara a muovere guerra. Inutile
dire che Tex e i suoi compari riusciranno a sventare i piani della principessa
Tulac (nel fumetto era un uomo, la versione femminile nel film è una
trasposizione della sacerdotessa Esmeralda). All'inizio e alla fine del film un
capo indiano (interpretato da Gian Luigi Bonelli in persona) avvolto nella
penombra del fuoco nella notte introduce lo spettatore alla storia, elemento
che probabilmente avrebbe dovuto essere ricorrente nella serie tv mai girata.
Una trama avvincente che se immaginiamo separata in 3 parti
ci invoglia a scoprire cosa succederà dopo e come andrà a finire, ma che
ricongiunta in un unico lungometraggio risulta piatta e a volte lenta. Questo è
il primo degli errori dovuti al tentativo di rimanere fedeli il più possibile
al soggetto originale, inutile dire che per un lungometraggio la trama andava
adattata. Per questo motivo assegno un 4 a malincuore.
-Soundtrack
tutti noi abbiamo bene in mente le grandi colonne sonore che
il maestro Ennio Morricone componeva per i film western di Sergio Leone e
Sergio Corbucci. Da una produzione Rai 3 non mi aspettavo certo una colonna
sonora all'altezza di quelle dei grandi Spaghetti Western eppure ho avuto da
stupirmi anche in questo caso. Per i primi 6 minuti si nota la totale assenza
di colonna sonora, che non si riduce a un silenzio o al concentrarsi su
particolari suoni ambientali dei paesaggi mostrati. Semplicemente non c'è
alcuna colonna sonora per 6 minuti, dopodichè parte la prima “ambientale”. A
dire il vero anche nelle scene d'azione le colonne sonore sembrano tutte delle
“ambientali”, un piattume generale che tenta di seguire le azioni enfatizzando
con tonalità più o meno incisive le sparatorie o le colluttazioni ma
inesorabilmente fallisce. Vorrei comunque essere clemente poiché la colonna
sonora non è il vero baco di questo film. Voto:5
-Fotografia
parliamo ora del secondo grande errore dovuto all'aver
voluto essere troppo fedeli al fumetto. Tessari decide di utilizzare delle
inquadrature molto statiche per enfatizzare l'idea di “fumetto”, molte
inquadrature sembrano effettivamente riprese dall'albo originale. L'idea però
non funziona quasi per nulla (unica sequenza degna di nota è quella di Tex ed
il suo cavallo accampati al tramonto, immortalati sulla pellicola come delle
silouette ritagliate sul sole messicano). Difatti il cinema necessita
forzatamente di una certa dose di dinamismo che forse andava studiato più a
fondo. Le inquadrature statiche sono di certo un esperimento da non ripetere,
anche se sono convinto che anche con una fotografia più curata il risultato non
sarebbe stato comunque soddisfacente. un 5 per l'impegno.
-Recitazione
la scelta del cast ha fatto storcere il naso a molti fan di
Tex. Giuliano Gemma, che ricordiamo per “Sella d'argento” uno dei più brutti
film del grande Lucio Fulci, non fa una buona performance. Tutti gli altri
attori sono comunque sotto la media, complici anche i dialoghi ripresi
dall'albo a fumetti, ennesimo errore di troppa fedeltà al soggetto. I dialoghi
risultano spesso macchinosi perchè appunto scritti per un fumetto che ha
dinamiche differenti da quelle di un film che avrebbe necessitato di un lessico
più spigliato e meno giri di parole.
Andiamo a vedere il migliore e il peggiore della pellicola:
Il Migliore: William Berger nei panni del grande Kit Carson riesce a
regalarci delle espressioni facciali del leggendario personaggio come ce lo
eravamo immaginato leggendo Tex, fedele nelle parole e negli atteggiamenti. Una
spanna sopra gli altri.
Il Peggiore: Giuliano Gemma. Un
Tex Willer davvero poco credibile. Appare goffo nelle scene dinamiche e troppo
impostato nei dialoghi. Deve ringraziare la controfigura a dir poco acrobatica
che gli risparmia una figura ancor più brutta. Corre e si muove in maniera
impacciata, non è certo Tex.
Unico attore che merita la
sufficenza è Berger pertanto il voto complessivo è 4
piccola nota: navigando in rete ho
notato molti commenti di estimatori di Tex che sono a dir poco inferociti con
il doppiaggio ai quali devo dare ragione. Il livello è da filodrammatica
dell'oratorio.
-Ritmo
come detto il ritmo non si addice
ad un lungometraggio, complice la trama non adattata, i dialoghi troppo
macchinosi e le sequenze riportate così com'erano dagli albi a fumetti. Il
risultato diventa, per chi non è avvezzo alla lettura di Tex, quasi noioso, e
questo è male, molto male, soprattutto per un western. Il voto è un 3.
-Extra
è il momento di dare un po' di punti bonus. Un +1 va dato
perchè è l'unico film di Tex in circolazione e un altro +1 perché rappresenta
una comunque un opera di grande valore affettivo per i fan del personaggio,
valore che non mi sento di poter tralasciare in questa sede
il voto finale pertanto è di 4,6
non è un buon voto ed effettivamente non è un buon film, il
solo fatto che non sia piaciuto neanche a Gian Luigi Bonelli è un segnale
importante. Ciononostante vorrei consigliarne la visione a tutti gli amanti del
fumetto italiano poiché, come detto poco fa, è un film che per molti
rappresenta un pezzo della propria infanzia per il solo fatto che ci sia Tex, e
come spesso accade quello che conta non è
certo il mio voto ma quello che si prova guardando un film.
Tambu
Tambu
Nessun commento:
Posta un commento